Tradizione e ricerca innovativa nel rispetto dell’ambiente, per un grande olio e un territorio tutto da scoprire…
L’azienda prende il nome da Maria Eleonora Acton e si articola in una gestione tutta familiare, in cui ciascuno porta non solo la propria esperienza, ma la propria indole, il proprio modo di concepire la vita.
Ulivi
Ulivi centenari e nuovi impianti con varietà autoctone.
Ulivi settecenteschi piantati a venti metri uno dall’altro, hanno avuto la possibilità di svilupparsi in maniera straordinaria, coprendo con la loro chioma ben 400 metri quadri di superficie, sollevandosi dal terreno a più di venti metri. La produzione di queste piante gigantesche può raggiungere anche 500 kg
Borgo di Cannavà
Settecentesco è anche l’impianto architettonico del borgo agricolo di Cannavà e dei suoi caseggiati nei quali vengono organizzati ricevimenti e degustazioni; e dove si può avere occasione pure di pernottare. Il borgo si compone di una serie di corpi di fabbrica, articolati intorno alla corte quadrangolare; parte delle strutture è destinata ad abitazione per i contadini, forno, cappella gentilizia, abitazione per il canonico; sul lato opposto magazzini, fienili e abitazione padronale. La corte è attraversata da un asse viario di collegamento con gli uliveti e i vari ambiti di produzione.
Un po’ di storia
L’attuale azienda Acton è l’ultimo spezzone di un vecchio feudo di circa quarantamila ettari che, partendo da Gioia Tauro sul mar Tirreno, attraversava l’Aspromonte e terminava a Gioiosa sul mar Ionio. Questo Feudo fu acquistato a metà del seicento da una famiglia genovese, I Grimaldi, poi divenuti principi di Gerace che lo detennero fino al 1783, quando l’ultima principessa di Gerace, Maria Teresa Grimaldi morì a Cittanova, sotto le macerie della sua casa, per il terribile terremoto che devastò buona parte del territorio Calabrese. Le figlie di Maria Teresa sposarono nomi importanti della aristocrazia del Sud Italia ed attraverso ripetuti matrimoni e divisioni, sempre per via femminile, la tenuta di Cannavà, agli inizi del novecento, è pervenuta agli Acton, famiglia di origine Inglese impiantata a Napoli nel settecento, discendente dell’ammiraglio Giovanni Acton, chiamato alla corte dei Borbone per riformare la Marina del Regno.